Sono imprigionato
nella mia stessa sostanza
lei non è un mistero
è riflesso delle paure
paura di me stesso
mie infinite fragilità
mia infinita sensibilità
pagine nell’oscuro libro
di cruente e comuni favole
vorrei volare lontano
osservare il mondo dall’alto
prigioniero del mistero
delle paure mai descritte
in un crescendo di note
di mezzi toni e bemolle
pentagramma in fiamme
quel fuoco sacro in me
d’esprimere emozioni
donarle al vento scirocco
ai cuori dispersi nelle dune
o nelle umide foreste
d’Africa o d’Amazonia.
