Poi ci son le ore vuote
a navigar nell’incertezza
nell’assoluta vaghezza
di pensieri e sentimenti
dispersi tra le onde ed i marosi
delle giornate insipide ed annoiate.
Poi ci sono gli occhi stanchi
davanti al computer e la tastiera
alla ricerca di un idea vera
che il caldo già opprime e sfianca
appesantisce e svuota la mente
l’estate è ai suoi primi vagiti.
La vana ricerca d’una brezza
nell’agitarmi nel silenzio della casa
note che sfiorano il pensiero
antiche come la mia gioventù
in cui scorrazzavo per valli e monti
della mia amata intemelia.
Poi c’è il tempo che vola via
scivola tra le dita e le virgole
dei versi appena composti
guardandoti in dietro scorgi
il caleidoscopio di emozioni
vissute e traslate in versi.
Poi c’è la paura carsica, soffusa
nel tuo vissuto, confronto con la morte
con le sue catene di ore vuote.
